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Evenienze industriali ipogee (i trappiti) a Casarano

 

Scheda catalogazione trappiti ipogei  

n°: 3

Trappito:   7 pietre

Localizzazione:

via Papa Bonifacio IX  (già via S.Nicola) (Borgo S.Nicola)

Catasto

Foglio: 20 all.2  particella: 527  (ormai scoparsa)

Cronologia

1600

Destinazione originaria

Frantoio

Vincoli

 

Nessuno

Superficie

 

mq.

dal piano stradale

 

ml.

Uso attuale  

in completo abbandono e senza possibilità d’accesso

Notizie storiche

Non si ha notizia della sua costruzione, l’unica fonte storica ci è data da un atto di esproprio del 1905, da parte dell’allora Amministrazione Comunale nei confronti della Parrocchia di Maria SS. Annunziata, per causa di “pubblica salubrità” in quanto il trappito emanava “pericolosi miasmi” e poter quindi allargare la strada Bonifacio IX° con la creazione di uno slargo

Descrizione 

Il presente trappito faceva sicuramente parte di un sistema di ambienti, destinati tutti allo stesso scopo, e collegati fra loro da un unico corridoio. Si hanno infatti notizie e tracce di altri trappiti adiacenti a quello censito come si hanno notizie di scarichi di pozzi neri incolmabili per la loro vastità (sicuramente trappiti abbandonati), infatti nel nostro, alle spalle del torchio alla genovese si notano sversamenti di liquami tra le vene della roccia. Il collegamento all’anzidetto corridoio attualmente è murato con conci di tufo posizionati “di testa” ed è evidente che detto posizionamento sia stato fatto dalla parte esterna al trappito, infatti, nella sua prima esplorazione, eseguita con gli speleologi del gruppo neretino, il trappito nel suo interno sembrava intatto e nello stesso sono state reperite parti di pipa in terracotta ed altri piccoli frammenti di oggetti usati prima della sua “chiusura”. Per quanto concerne la pavimentazione nei pressi della mangiatoia sono state trovate tracce di acciottolato, mentre il resto del trappito è in terra battuta. Calandoci  nell’inferno (profondo circa quattro metri abbiamo potuto appurare che esso immetteva direttamente in falda in quanto il suo fondo era scavato sino a raggiungere alcune vene fra le rocce.

Nello studio delle tracce interne si è notato che molto probabilmente l’attuale torchio alla genovese deve aver sostituito nel passato un torchio alla calabrese (presenza di due pietre dei fusi) e nella sostituzione sia stato allontanato dalla posizione originale creando un canaletto di scolo per il collegamento fra la base del torchio e la vasca dell’angelo.

Dei torchi rinvenuti sono state trovate le sole tracce delle strutture in muratura o in pietra.

SCHEDA N°4

 

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