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Sunday Herald - Scozia - 15 settembre 2002

 

 

 

Qui potete scaricare il documento originale del Project for a New American Century in formato pdf, in lingua inglese

 

« Discorso di Nelson Mandela a Londra per la Campagna MDG

“Enduring Freedom:” Abuses by U.S. Forces in Afghanistan »

 

 

(Project for the New American Century, PNAC)

Oggi, l’America ha a portata di mano un’opportunità strategica senza precedenti. Non esiste nessun’altra superpotenza rivale in grado di sfidarla; può contare su alleati ricchi, potenti e democratici in ogni parte del mondo; attraversa la più lunga fase d’espansione economica della sua storia; i suoi principi politici ed economici vengono abbracciati pressoché universalmente. Mai, in nessun altro periodo storico, l’ordine internazionale è stato così favorevole agli interessi ed agli ideali americani. La sfida per il nuovo secolo è preservare e accrescere questa ‘pace americana’.

Estratto dal “Progetto per il nuovo secolo americano” (Project for the New American Century, PNAC) Traduzione a cura dei TpP - Traduttori per la pace

RICOSTRUIRE LE DIFESE DELL’AMERICA
Strategie, forze e risorse per un nuovo secolo

Un rapporto del “Progetto per il nuovo secolo americano” (settembre 2000)


Estratto dalla “Dichiarazione di intenti” del Progetto

Costituitosi nel 1997, il PNAC è un’organizzazione accademica senza fini di lucro, il cui obiettivo è la promozione della supremazia globale degli Stati uniti. Il Progetto nasce per iniziativa del New Citizenship Project. William Kristol ne è il presidente, Robert Kagan, Devon Gaffney Cross, Bruce P. Jackson e John Bolton ricoprono la carica di direttori. Gary Schmitt è il direttore esecutivo del Progetto.

“All’avvicinarsi della fine del XX secolo, gli Stati uniti sono la potenza principale su scala globale. Dopo aver guidato l’Occidente alla vittoria nella guerra fredda, l’America si trova ad affrontare un’opportunità ed una sfida. Ma gli Stati uniti hanno la lungimiranza necessaria ad avvantaggiarsi dei risultati ottenuti nei decenni trascorsi? Hanno la risolutezza necessaria a forgiare un nuovo secolo favorevole ai principi ed agli interessi americani? “[Abbiamo bisogno] di forze armate potenti in grado di affrontare le sfide attuali e future; di una politica estera che promuova espressamente e con determinazione i princìpi americani all’estero; di una leadership nazionale in grado di assumersi le responsabilità globali degli Stati uniti. Naturalmente, gli Stati uniti devono essere prudenti nell’esercizio del potere. Ma non possiamo evitare le responsabilità della supremazia globale ed i costi associati al suo esercizio. L’America ha un ruolo vitale nel mantenimento della pace e della sicurezza in Europa, in Asia e nel Medio oriente. Sottraendoci alle nostre responsabilità, favoriamo le sfide ai nostri interessi fondamentali. La storia del XX secolo dovrebbe averci insegnato che è importante determinare le circostanze prima che esplodano le crisi, ed affrontare le minacce prima che diventino disastrose. La storia di questo secolo dovrebbe averci insegnato ad abbracciare la causa della supremazia americana.”

 

CONCLUSIONI PRINCIPALI

Questo rapporto trae origine dalla convinzione che gli Stati uniti dovrebbero cercare di preservare e rafforzare la loro supremazia globale mantenendo la superiorità delle proprie forze armate. Oggi, l’America ha a portata di mano un’opportunità strategica senza precedenti. Non esiste nessun’altra superpotenza rivale in grado di sfidarla; può contare su alleati ricchi, potenti e democratici in ogni parte del mondo; attraversa la più lunga fase d’espansione economica della sua storia; i suoi principi politici ed economici vengono abbracciati pressoché universalmente. Mai, in nessun altro periodo storico, l’ordine internazionale è stato così favorevole agli interessi ed agli ideali americani. La sfida per il nuovo secolo è preservare e accrescere questa ‘pace americana’.

Tuttavia, questa opportunità andrà perduta se gli Stati uniti non conserveranno sufficiente forza militare. E in effetti, nel decennio appena trascorso, il fallimento nello stabilire una strategia di sicurezza rispondente alle nuove realtà e nel fornire risorse adeguate all’intera gamma di missioni necessarie per esercitare la supremazia globale statunitense ha messo sempre più a rischio la pace americana. Il presente rapporto ha l’obiettivo di definire queste necessità. In particolare, occorre:

STABILIRE QUATTRO MISSIONI FONDAMENTALI per le forze armate statunitensi: - difendere il territorio americano; - combattere e vincere risolutivamente e simultaneamente in molteplici guerre di teatro; - assolvere agli obblighi di “polizia internazionale” associati alla costruzione della sicurezza nelle aree critiche del pianeta; - trasformare le forze armate statunitensi per approfittare dell’attuale “rivoluzione negli affari militari”;

Per adempiere queste missioni fondamentali, è necessario fornire forza sufficiente e allocare adeguate risorse finanziarie. In particolare, gli Stati uniti devono:

MANTENERE LA SUPERIORITÀ STRATEGICA NUCLEARE, con un potenziale di deterrenza basato su una valutazione globale che tenga conto anche di tutte le potenziali minacce nucleari, sia presenti sia future, e non del solo equilibrio Usa - Russia.

RIPORTARE GLI EFFETTIVI DELLE FORZE ARMATE all’incirca ai livelli previsti dall’amministrazione Bush nel Base Force, ossia un incremento dell’organico in servizio da 1,4 a 1,6 milioni di unità.

RIPOSIZIONARE LE FORZE ARMATE USA per rispondere al nuovo assetto strategico del XXI secolo, ridislocando le basi permanenti nell’Europa sudorientale e nel sud-est asiatico e modificando l’attuale schieramento delle unità navali per tenere conto delle crescenti preoccupazioni strategiche statunitensi nell’Asia orientale.

MODERNIZZARE SELETTIVAMENTE L’APPARATO MILITARE, portando avanti il programma F-22 e incrementando gli acquisti di velivoli di aviotrasporto e di supporto elettronico; ampliando la flotta di unità navali di superficie e sottomarine; acquistando elicotteri Comanche e veicoli di media stazza per l’Esercito e velivoli tilt-rotor V-22 Osprey per il corpo dei Marine.

CANCELLARE I PROGRAMMI “ROADBLOCK” come il Joint Strike Fighter, la portaerei CVX e il sistema a obice Crusader, che assorbirebbero percentuali esorbitanti dei fondi a disposizione del Pentagono senza apportare significativi miglioramenti alle attuali potenzialità. I risparmi derivanti dalla cancellazione di questi programmi dovrebbero essere utilizzati per accelerare il processo di trasformazione delle forze armate.

SVILUPPARE E DISPIEGARE SISTEMI DI DIFESA MISSILISTICA GLOBALE a protezione del territorio americano e degli alleati, e fornire basi d’appoggio sicure per il dispiegamento della potenza statunitense in tutto il mondo.

PORRE SOTTO CONTROLLO I NUOVI ‘BENI COMUNI INTERNAZIONALI’ DELLO SPAZIO E DEL ‘CYBERSPAZIO’, e spianare la strada alla creazione di un nuovo settore militare – le forze spaziali statunitensi – per il controllo dello spazio.

APPROFITTARE DELLA ‘RIVOLUZIONE NEGLI AFFARI MILITARI’ per assicurare la superiorità a lungo termine delle forze convenzionali statunitensi. Porre in atto un processo di trasformazione in due fasi che: - sfrutti al massimo la potenzialità degli attuali sistemi d’arma mediante l’applicazione delle nuove tecnologie; - determini forti miglioramenti alle potenzialità militari ed incoraggi la competizione tra i singoli settori e gli sforzi mirati alla sperimentazione di iniziative congiunte.

AUMENTARE GRADUALMENTE IL BUDGET DELLA DIFESA a un livello minimo compreso tra il 3,5 e il 3,8% del prodotto interno lordo, pari a un incremento del bilancio annuale nell’ordine dei 15-20 miliardi di dollari.
 

Soddisfare queste necessità è fondamentale, se si vuole che l’America conservi la sua supremazia militare nei prossimi decenni. Al contrario, venir meno ad una qualunque di queste esigenze si tradurrà in una qualche forma di ritirata strategica. Agli attuali livelli di spesa militare, l’unica opzione disponibile è cercare inefficacemente di ‘gestire’ rischi sempre più grandi: soddisfare le necessità attuali lesinando su quelle future; ritirarsi dalle operazioni di polizia internazionale per avere forza sufficiente per le guerre su larga scala; ‘scegliere’ tra la presenza in Europa o in Asia; e così via. Sono scelte difficili da compiere. Si tratta inoltre di riduzioni di spesa fittizie. I ‘risparmi’ ottenuti dal ritiro dai Balcani, ad esempio, libererebbero fondi assolutamente insufficienti alla modernizzazione o alla trasformazione dell’apparato militare. Ma si tratta di riduzioni di spesa fittizie anche sotto altri e più profondi punti di vista. Il vero costo derivante dal mancato soddisfacimento delle necessità difensive sarà rappresentato da una diminuzione della capacità di leadership globale statunitense e, in ultima analisi, dalla scomparsa di un ordine internazionale mai così propizio ai principi e alla prosperità americana.

 

  Leggi la traduzione integrale del documento:

 

 

 

tratto da:

http://www.traduttoriperlapace.org/doc/Preambolo%20e%20Intro.pdf

http://www.kelebekler.com/occ/pnac.htm

 

 

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Ultimo aggiornamento:

 29 ottobre 2006